Come la fisica e la matematica possono aiutare i manager?

Come la fisica e la matematica possono aiutare i manager?

Le imprese e le organizzazioni oggi sembrano più immobili ed eterne di quanto la fisica classica "immobilizzasse" la Natura.

La crisi che stiamo vivendo può, quindi, essere letta come una crisi da invecchiamento, soprattutto del pensiero.

Le imprese e le istituzioni della società industriale fanno fatica a sostenere l’evoluzione e i cambiamenti dell’uomo e della Natura.

La sfida a cui si trovano di fronte imprenditori, top manager, "mandarini" della pubblica amministrazione, governanti (cioè tutte le classi dirigenti) è, quindi, inedita e complessiva: devono costruire nuove imprese all’interno di un nuovo sistema economico e di una nuova società.

Questa è la ragione che ci ha spinti ad andare oltre i tradizionali ambiti economico sociali, riferimento tipico di chi si occupa di impresa sia al suo interno sia come consulente, per esplorare nuovi territori e cercare risposte ai problemi contemporanei delle organizzazioni.

E’ nata così l’idea di proporre una sintesi delle nuove conoscenze che stanno emergendo nel mondo della scienza, in particolare fisica e matematica, e provare ad immaginare che contributi possano dare queste conoscenze per vincere la sfida che abbiamo di fronte.

La visione del mondo predominante ci parla di un uomo in balia di una ambiente dove dominano leggi che l’uomo può usare, ma non modificare: le leggi della natura.

Questa visione si estende anche all’ambiente economico (le leggi dell’economia), all’ambiente sociale etc.

Questa visione nasce dalla fisica classica, ma viene messa in crisi dalla fisica moderna che ci guida ad una realtà completamente diversa: le leggi della natura non sono eterne ed immutabili, ma sono emergenti e contingenti.

Sono le domande che l’uomo fa alla natura che fanno emergere le risposte della natura: le sue leggi. Più esplicitamente. Lo sguardo dell’uomo non è mai neutro, oggettivo, ma interpreta, modifica, crea.

Questo è possibile perché ogni individuo non è un elemento isolato, ma è legato, per alcuni versi in modi ancora misteriosi, a tutti gli altri uomini ed alla Natura stessa.

L’approfondimento di queste tematiche ci ha suggerito la creazione, in collaborazione con il fisico Francesco Zanotti, di un workshop rivolto ad Amministratori Delegati, Direttori Generali, responsabili delle varie funzioni aziendali che vogliono potenziare e arricchire le proprie capacità di lettura della realtà e di elaborazione strategica.

Nel workshop, della durata di una giornata, abbiamo affrontato questo cambio di visione parlando di meccanica quantistica, fononi e mille altri fenomeni "strani" che si manifestano in una materia che è sempre più misteriosa. Così misteriosa da danzare con l’energia e farci scoprire una materia ed una energia oscure (sia perché non si vedono, sia perché di esse non sappiamo nulla) che sono le vere realtà dell’universo.

Una esplorazione troppo estrema? Pensiamo di no.

Come suggestione possiamo mettere in luce ciò che ci ricorda il fisico Carlo Revelli nel suo libro Sette brevi lezioni di fisica”: << Gli elettroni non esistono sempre. Esistono solo quando qualcuno li guarda, o meglio, quando interagiscono con qualcosa d’altro. Un elettrone è un insieme di salti da un’interazione all’altra. I salti con cui ogni oggetto passa da un’interazione all’altra non avvengono in modo prevedibile, ma largamente a caso… Le equazioni della meccanica quantistica e le loro conseguenze vengono usate quotidianamente da fisici, ingegneri, chimici e biologi. Eppure restano misteriose.

Significa che la realtà essenziale di un sistema è indescrivibile? Significa solo che manca un pezzo alla storia? O significa, come a noi sembra, che dobbiamo accettare l’idea che la realtà sia solo interazione? Un mondo di avvenimenti non di cose >>.

Osservare attraverso questa diversa lente l’attività di impresa non può che modificare alcuni dei paradigmi abituali e, probabilmente, offrire qualche ipotesi per una sua migliore gestione.

Un’altra suggestione può fornirci qualche indicazione in merito ai processi di cambiamento, sempre d’attualità in molte imprese.

La fisica quantistica ci indica che se si cerca di governare un sistema dall’esterno fornendogli direttive di funzionamento, si può essere certi che il sistema le giudicherà insensate. La conseguenza è che il sistema, al peggio, si ribella e, al meglio, ignora queste direttive che giudica insensate. Manifesta spesso quella che gli esperti di organizzazione chiamano “resistenze al cambiamento”. Se chi governa insiste in direttive che il sistema giudica incomprensibili, le resistenze al cambiamento si trasformano in conflitto aperto.

Se nel dominio della Natura l’uomo si sente protagonista, tanto più lo sarà nei domini che lui stesso ha creato: l’economia e la società: l’uomo può costruire l’economia e la società che desidera, ma se emergono crisi è perché l’uomo stesso le ha costruite. E può risolverle a patto di conoscere a fondo i meccanismi che le hanno create e le modalità per convivere con esse, per cerare di farle evolvere, non per dominarle!!

Questo per quanto riguarda la fisica. E la matematica?

Siamo abituati a pensare che essa sia il regno della certezza. Molti ritengono che il ragionamento matematico garantisca, quando lo si usa, la formulazione di verità indiscutibili. E, allora, ognuno di noi aspira a ragionare “matematicamente; un ragionare ferreo e indiscutibile che cresce a mano a mano che aumenta l’ambito di responsabilità di una persona.

Ma, purtroppo o per fortuna, neanche il ragionare matematico garantisce la verità.

Nel nostro workshop abbiamo scoperto le “incertezze” e gli infiniti spazi di libertà della matematica fino a far emergere un fare matematica che somiglia al lavoro dell’artista: costruire mondi che vanno giudicati in base alla loro bellezza.

Forse il manufatto che si cerca di far somigliare più alla verità è il Piano Strategico dell’impresa. Ma se anche la matematica è un libro di storie, allora non può che esserlo anche un Piano Strategico. Ma il Piano Strategico deve accadere. Allora occorre che il Piano Strategico sia una storia scritta insieme dall’impresa e dal suo mercato e dai suoi stakeholders. E da tutti deve essere giudicata così bella ed emozionante che non la si può che far accadere.

Suggestioni, sogni o forse stimoli per pensare in modo diverso al management e alla gestione delle organizzazioni ?

Federico Castelletti Cazzato & Nicola Longo

http://www.skillsmanagement.it

Lunedì, 24 Luglio 2017. Postato in Gestione Aziendale, Hard Skill, Gestione aziendale

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